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SCANDALO CALCIOSCOMMESSE: TRUCCATO IL DERBY BARI-LECCE? IL LECCE RISCHIA LA RETROCESSIONE?

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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:00 am

1982. 2006. 2012.

Sono le tre date più nere per il calcio italiano.

Il primo calcioscommesse.

Il secondo Calciopoli.

E ora il nuovo, ancor più devastante scandalo. E' dall'estate 2011 che il pallone rotola sempre più a fatica. Il bubbone esplode a Cremona a giugno 2011. Tra tanti nomi sconosciuti, c'è anche quello di Beppe Signori, l'ex bomber di Lazio, Bologna e della nazionale azzurra. Ma in tanti sottovalutano la portata dell'inchiesta. La sensazione che qualcosa di grave ci sia davvero comincia lo scorso Natale, con l'arresto dell'ex idolo della curva dell'Atalanta Cristiano Doni. Sensazione che diventa un sospetto molto fondato qualche mese dopo, quando l'inchiesta della Procura di Bari porta alla luce le combine nelle gare della squadra pugliese. Viene accusato Andrea Masiello e si parla addirittura di autoreti fatte apposta per perdere un derby. Ora, con la terza ondata di arresti e perquisizioni, questa volta ordinata dalla Procura di Cremona, il sospetto è diventato certezza.

L'inchiesta sul calcioscommesse è a una nuova svolta. "E potremmo andare avanti per sempre", ha ammonito il pm Roberto Di Martino, tanto per chiarire che lo scandalo continua ad allargarsi a macchia d'olio. Questa volta sotto le poco edificanti luci degli inquirenti finiscono Stefano Mauri, capitano della Lazio, e Omar Milanetto, arrestati. Ma anche Domenico Criscito e Leonardo Bonucci, raggiunti dalla notizia dell'indagine a loro carico mentre si trovano nel ritiro della nazionale in vista di Euro 2012. E soprattutto Antonio Conte, allenatore della Juventus. Per non dimenticare Giuseppe Sculli.

GLI ULTIMI 19 PROVVEDIMENTI - Il gip di Cremona Guido Salvini ha disposto 19 provvedimenti di custodia cautelare su indicazione del pm Roberto Di Martino. Per 15 di loro è previsto il carcere: Stefano Mauri (capitano della Lazio), Omar Milanetto (ex calciatore del Genoa oggi al Padova), Cristian Bertani (ex Novara ora alla Sampdoria), Matteo Gritti (AlbinoLeffe), Alessandro Pellicori (Queen's Park Rangers), Ivan Tisci (ex calciatore), Paolo Acerbis (Vicenza), Marco Turati (Modena) e poi gli "ungheresi": Zoltan Kenesei, Matyas Lazar, Laszlo Schultz, Laszlo Strasser, Istvan Borgulya. Per José Inacio Joelson (Pergocrema), Luca Burini e Daniele Ragone è prevista la misura degli arresti domiciliari. Nei confronti di Kewullay Conteh (ex Piacenza) e Francesco Ruopolo (Padova) è stato invece disposto l'obbligo di presentazione due volte alla settimana.

LE PARTITE, LAZIO NEL MIRINO - Le partite di serie A, serie B e Prima Divisione che secondo gli inquirenti sarebbero state taroccate sono parecchie. Ma per questo filone, ci si è concentrati in modo particolare su tre incontri della serie A 2010/2011: le due gare della Lazio contro Genoa e Lecce, più Palermo-Bari. Con accenni importanti su Chievo-Udinese, Napoli-Sampdoria, Brescia-Lecce e le partite del Bari già esaminate a fondo dalla procura pugliese.

In particolare per Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, l'ordinanza contiene una grossa mole di prove a carico degli indagati che dimostrerebbero una serie di summit. In particolare, "il giorno dopo lo svolgimento della partita, si registra un summit di eccezionale valenza investigativa, in Milano, al quale parteciperanno Ilievski, gli emissari ungheresi Lazar e Strasser, Zamperini, Bellavista ed il calciatore Milanetto (oltre all'altro calciatore genoano Dainelli, che ha preso parte alla partita in esame)".

FONDAMENTALI GERVASONI E CAROBBIO - Centrali per l'inchiesta sono state sicuramente le deposizioni di Filippo Carobbio e Carlo Gervasoni. Basta leggere quello che scrive Salvini nell'ordinanza: "Il quadro fornito da Carlo Gervasoni, in primo luogo, offre un quadro convincente circa le modalità con cui l'organizzazione criminale internazionale, legata al "cartello" singaporiano, si sia gradualmente introdotta nel panorama calcistico italiano".

MAURI "TESTA DI PONTE" - Il provvedimento che fa più clamore è certamente quello che riguarda Stefano Mauri. Il capitano della Lazio finisce in manette così come ci erano finiti Cristiano Doni lo scorso dicembre e Andrea Masiello qualche mese fa. Scrive il gip che Mauri "manifestava la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli "zingari", ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell'ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica. In concreto partecipava quantomeno alla manipolazione delle partite Lazio-Genoa e Lecce-Lazio. Amico di Zamperini, che era al corrente di detta disponibilità, veniva da questi messo in contatto a tal fine con Gegic ed Ilievski. Pertanto intratteneva una fitta rete di rapporti diretti e telefonici con alcuni degli associati, in data prossima o coincidente con le suddette partite, e in particolare con il medesimo Zamperini, che costituiva il costante strumento di mediazione tra il gruppo degli "zingari" ed i calciatori". L'ordinanza riporta in maniera dettagliata la serie di contatti telefonici tra Mauri, Zamperini, Gervasoni e gli "zingari" in occasione delle partite con il Genoa e con il Lecce.

LE SCHEDE "SICURE" - I calciatori coinvolti erano dotati, dagli "zingari", di schede telefoniche considerate sicure che, si legge nell'ordinanza, "potevano in questo modo disporre di un filo diretto con il proprio referente nell'organizzazione". E utilizzando diverse sim telefoniche proprio il capitano della Lazio avrebbe provato a "farla franca". Scrive il gip: "E' palese l'intenzione di Mauri di eludere eventuali investigazioni sul suo conto, diversificando sistematicamente le utenze a lui in uso".

"MILANETTO INCONTRO' GLI ZINGARI" - Non se la passa meglio Milanetto, ex capitano del Genoa. Secondo quanto scrive Salvini, il centrocampista oggi al Padova manifesta "la sua disponibilità ad alterare in cambio di denaro, a favore del gruppo degli "zingari", partite della sua squadra, si incontrava con Ilievski e Zamperini presso l'hotel (...) dove la squadra era alloggiata, ai fini dell'alterazione della partita Lazio-Genoa del 14.5.2011, concludendosi gli accordi nel senso di un "OVER" quale risultato del primo tempo. In precedenza, il 12.5.2011 si incontrava a Genova con Altic Safet, incaricato da Sculli di "rastrellare" un'ingente somma di denaro destinata alle scommesse sulla suddetta partita".

"SCULLI HA UNA RETE A SUA DISPOSIZIONE" - Il pm Di Martino aveva richiesto la custodia cautelare anche per Giuseppe Sculli. Il gip sostiene che Sculli, militante nella Lazio ai tempi della partita incriminata, abbia "la disponibilità di una rete a sua disposizione per interventi siffatti, sia una consuetudine ai medesimi e una disponibilità ad alterare, nell'ambito del sodalizio, partite a fine di lucro", ma decide di non dare seguito alla richiesta del pm "in attesa di ulteriori sviluppi". In particolare si fa riferimento alla possibile estradizione del macedone Ilievski, che potrebbe fornire un quadro più completo. A Sculli si addebita la conoscenza o la frequentazione con "personaggi inquadrabili nella criminalità organizzata, quale l'albanese Altic, attualmente detenuto per fatti concernenti la droga", "i rapporti con la parte più estrema degli ultras del Genoa" con esponenti tra l'altro coinvolti nel recente episodio di violenza di Genoa-Siena, quando i calciatori genoani furono costretti a togliersi le magliette e fu proprio Sculli a parlamentare con i tifosi garantendo la ripresa della partita. Nelle intercettazioni, Sculli utilizza con Altic un linguaggio amichevole fino al punto di chiamarlo sempre "frate", (cioè fratello), "l'uso di un linguaggio criptico (es. 'documenti' nel senso di 'denaro') e il coinvolgimento di altri giocatori nella vicenda, quali Milanetto e Kaladze, danno il senso di una consuetudine di Sculli in comportamenti di questo tipo che possono far ritenere stabile una sua disponibilità che finisce per rafforzare l'organizzazione nel suo complesso". Il gip ricorda anche la parentela di Sculli con Giuseppe Morabito, detto Peppe Tiradritto, esponente di spicco della 'ndrangheta. Gli inquirenti tracciano un fosco legame tra i calciatori del Genoa, gli ultras rossoblù, e le cosche della malavita operanti nella città ligure.

GIUSEPPE E I SUOI FRATELLI - L'indagine lambisce anche un altro calciatore, il georgiano Kaladze, ex Milan ora al Genoa, che ha smentito qualsiasi coinvolgimento. Nell'ordinanza sono riportate varie conversazioni tra Sculli e Altic e tra l'albanese e lo stesso Kaladze. Scrive il gip: "Dalle telefonate menzionate, come detto, si evince che (...) il calciatore della Lazio Sculli disporrebbe, comunque, di una consistente somma di denaro, a Milano, che viene fortemente richiesta e sollecitata da Altic e dai suoi sodali. Giuseppe Sculli disporrebbe di 50.000 euro e viene rappresentato dagli interlocutori di entrarne in possesso, atteso anche il consistente importo. Per tutta la vicenda si arguisce che le medesime pretese potrebbero essere avanzate anche a Kaladze".

CAOS SUGLI AZZURRI - Oltre a Domenico Criscito, ex Genoa oggi allo Zenit San Pietroburgo, è stato indagato anche il difensore della Juventus Leonardo Bonucci. Come risaputo già da un paio di mesi, gli vengono mosse delle accuse dall'ex compagno di squadra al Bari, Andrea Masiello. Accuse dalle quali Bonucci si è sempre difeso: "Di Tullio mi propose di manipolare la partita Udinese-Bari (...). io girai la proposta ai miei compagni di squadra trovando consensi, parlai con Bonucci, Salvatore Masiello, Belmonte e Parisi. Questi miei compagni già conoscevano Di Tullio (...) Io, Bonucci, Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio, agevolando la segnatura di tre reti. La partita finì infatti 3 a 3".

CONTE E LE 8 PARTITE DEL SIENA - Al fianco dei provvedimenti di custodia cautelare, la procura di Cremona ha provveduto a notificare all'allenatore della Juventus l'avviso di indagine a suo carico. Sono otto le partite del Siena della scorsa stagione sotto la lente degli inquirenti. Si parte con Siena-Piacenza. Gervasoni racconta: "Gli slavi sono venuti nel nostro albergo per vedere cosa si potesse concordare. Loro volevano che noi perdessimo con l'over, ma noi eravamo in una posizione di classifica che non era compatibile con una nostra sconfitta e preferivamo giocarcela. Pertanto si decise per un semplice over, risultato che venne effettivamente raggiunto in quanto l'incontro si concluse per 3 a 2 per noi". C'è poi Albinoleffe-Siena: "Dal discorso che mi fece (Carobbio a Gervasoni, ndr) io intuii che la partita alla fine sarebbe stata vinta dall'Albinoleffe". Ma la partita che ha tirato pesantemente in ballo Conte è Novara-Siena, a proposito della quale è arrivata nelle scorse settimane l'accusa dell'ex calciatore del Siena Filippo Carobbio; "l'allenatore ci rappresentò che potevamo stare tranquilli in quanto avevamo raggiunto l'accordo con il Novara per il pareggio. Non sono certo di chi per primo si accordò, comunque Drascek venne nel nostro albergo in ritiro e parlò con Vitiello; credo che quello sia stato il primo contatto, ma poi l'acordo è stato comunicato a tutti, visto che, come precisato, se ne parlò anche durante la riunione tecnica". Conte ha già risposto più volte alle accuse, definendosi estraneo ai fatti e si ricorda che fino a prova contraria l'allenatore della Juventus è innocente. Ma il suo nome ha fatto e continuerà a fare rumore, questo è certo. In attesa che la magistratura faccia chiarezza.

SOSPETTI SU MEZZAROMA - Massimo Mezzaroma, presidente del Siena, è indagato. Su di lui al momento non è emerso nulla di nuovo. Ma il pm Di Martino, che non esclude "il coinvolgimento della società", si basa su un'informazione di terza mano, già smentita da Mezzaroma. E' quello che dice Gervasoni: "Gegic mi riferì di avere appreso da un suo amico del Kazakhistan che il presidente del Siena diede dei soldi ai giocatori del Modena Tamburini e Perna, per vincere l'incontro Modena-Siena terminato 0 a 1". Ma gli inquirenti vogliono vederci chiaro e, dopo i fari puntati sulla Lazio, sembra proprio il Siena il club più sotto controllo da parte degli investigatori.

CHIEVO-UDINESE E I FRATELLI COSSATO - Tra le partite sospette c'è anche Chievo-Udinese. Ecco che cosa fa mettere a verbale sempre Gervasoni dai magistrati cremonesi: "Ho appreso dai Cossato che l'incontro è stato manipolato". E proprio i Cossato sarebbero il fulcro di un'autonoma organizzazione veronese, che graviterebbe su giocatori ed ex giocatori del Chievo.

"INTER, I GIOCATORI HANNO FATTO DEI DANNI", INDAGATO BOBO - Il gip torna a parlare nuovamente della chiacchierata partita Inter-Lecce parlando del provvedimento a danno di Ivan Tisci, che "manifestava il suo interessamento anche alla partita Inter-Lecce. Il 21.3.2011 alle 11,02 apprendeva da Bellavista che "il boss" (Tan Seet Eng) aveva in quel momento carenza di denaro da puntare, tanto è vero che lo stesso Bellavista gli aveva proposto di fare "il regalo ai giocatori" e di dare a loro, invece, 5000 euro a testa. Tisci riferiva a Bellavista di essersi recato a Milano di aver appreso dai giocatori, ai quali si era unito Bobo Vieri, che la squadra dell'Inter aveva fatto dei danni in quanto tutti avevano scommesso sull'over per la notizia che si era sparsa in giro". Finora si era sempre detto che a rifiutare la combine sarebbero stati i giocatori dell'Inter. Ora però la circostanza sembra cambiare: "Nella successiva conversazione del 21.3.2011 alle 9,23, riprendendo il discorso, spiegava a Bellavista quanto aveva appreso circa la partita Inter-Lecce, dalla quale si desumeva che l'Inter non era stata in grado di ottenere il risultato perché dall'altra parte, e cioè dalla parte del Lecce, avevano voluto giocare e solo l'ultimo quarto d'ora si erano messi d'accordo". E pare che, proprio per questo episodio, Christian Vieri sia stato iscritto nel registro degli indagati. L'ex calciatore, attraverso il suo legale Danilo Buongiorno, ha ribadito "la propria assoluta estraneità in relazione al caso calcioscommesse". L'ex calciatore "si riserva ogni iniziativa conseguente alla tutela del proprio nome e dichiara di non avere alcun coinvolgimento nei fatti" come sono stati descritti.

"TIFOSI DANNEGGIATI. IL CALCIO ITALIANO NON HA UNA CULTURA DI LEALTA' SPORTIVA" - Il gip si lascia andare anche a un'amara considerazione sul mondo del calcio italiano: "Talmente estesa è l'attenzione, l'entusiasmo e la fiducia nelle competizioni calcistiche, nella dimensione quindi della società, talmente elevati sono gli interessi economici che vi ruotano intorno, nella dimensione quindi di un segmento importante dell'economia, che l'alterazione di partite è percepita, a torto o a ragione, come non meno grave di fenomeni di corruzione che avvengono nel campo politico-amministrativo e danneggia, con l'arricchimento sleale che esso comporta, un enorme numero di soggetti: non solo lo Stato e le società calcistiche ma milioni di tifosi che si sentono colpiti da sentimenti di delusione e di inganno". E, secondo Salvini, gli "zingari" non sono i portatori del marcio nel calcio italiano, in quanto "finanziavano intendimenti di combine che erano già progettate dai giocatori". Infatti, nell'insieme degli atti di indagine si testimonia che "l'inquinamento etico del mondo dei calciatori e forse anche di alcuni dirigenti non è stato episodico ma diffuso e 'culturalmente' accettato in spregio ai principi di lealtà sportiva nei confronti dei tifosi".

"NUOVI ELEMENTI A CARICO DI SIGNORI" - Dalle carte emergono nuovi elementi anche per Giuseppe Signori. Tra tutte, il gip prende come riferimento le frasi di Sartor, che spiega alla compagna: "Per noi le partite di serie B sono facili da raggiungere, mentre con Beppe e un signore che va all'interno degli spogliatoi, riusciamo a raggiungere anche quelle della serie A".Dalla lettura delle carte della procura si esce disillusi. Il calcio italiano conosce un nuovo drammatico giorno, ancora una volta alle porte di una spedizione azzurra. Così come nel 1982 con il primo scandalo scommesse e come nel 2006 con Calciopoli. E così, proprio nel giorno in cui i primi due calciatori a rifiutare le combine si trovano a far visita a Coverciano invitati dal ct Cesare Prandelli, ecco che irrompono le perquisizioni e i provvedimenti di custodia cautelare. Nelle carte, sostenuta da un solido impianto probatorio, viene a galla una verità scomoda, che contribuisce una volta di più a disegnare un quadro davvero inquietante. Il quadro di quello che era, e ormai non ci si ricorda nemmeno più quando, il campionato di calcio più bello del mondo.

IlGiornaledellosport.net

http://www.tifosilecce.com/t1052-scandalo-calcio-scommesse-2012-truccate-tante-partite-di-serie-a-b-e-lega-pro-coinvolto-anche-il-lecce#20727
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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:02 am

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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:03 am

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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:03 am

Nota U.S. Lecce

02/04/2012

L'U.S. Lecce, in merito alle ultime notizie apparse in data odierna sugli organi di informazione riguardanti il calcio scommesse, si dichiara completamente estranea ai fatti e auspica che quanto prima possa essere fatta piena luce sull'intera vicenda e nello stesso tempo si mette a dispozione degli inquirenti per qualsiasi chiarimento.
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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:05 am

Calcioscommesse, in carcere Mauri e Milanetto. Niente Europei per Criscito, indagati Bonucci e Bobo Vieri. Conte: io onesto.

28 maggio 2012

Un'altra tempesta si abbatte sul calcio di casa nostra, già seriamente danneggiato dalle violente perturbazioni degli ultimi tempi. All'alba di stamane è scattata in tutta Italia un'importante operazione del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, coordinato dalla Procura di Cremona. Decine le perquisizioni e 19 le persone arrestate.

Tra loro, anche Stefano Mauri, capitano di lungo corso della Lazio, e Omar Milanetto, ex giocatore del Genoa attualmente in forza al Padova. L'inchiesta Last Bet sul calcioscommesse è passata alla fase due, ora gli obiettivi sono i calciatori della serie A che sarebbero coinvolti a vario titolo nelle combine che avrebbero determinato il risultato di alcune gare del massimo campionato nella stagione 2010-11. In serata arriva la notizia del coinvolgimento dell'ex giocatore Bobo Vieri. Il nome del bomber - che è caduto dalle nuvole - era stato fatto nella prima fase dell'inchiesta nel corso di una telefonata tra Antonio Bellavista e Ivan Tisci, il cui contenuto è depositato nell'ordinanza con cui il gip Guido Salvini dispone nuovi arresti.

La polizia è stata anche a Coverciano, dove la Nazionale di Prandelli sta preparando l'Europeo. Perquisite la casa genovese e la stanza a Coverciano dell'ex difensore del Genoa Domenico Criscito, oggi allo Zenit San Pietroburgo, uno dei possibili 23 della spedizione azzurra in Polonia e Ucraina. Criscito è indagato, insieme con gli ex compagni di squadra Sculli e Kaladze, per la partita giocata dalla squadra rossoblù contro la Lazio. A fine mattinata il vicepresidente della Figc, Demetrio Albertini, a Coverciano, ha confermato i rumor: il centrocampista dello Zenit non è fra gli azzurri convocati per Euro 2012, il campionato europeo che inizia in Poloniae Ucraina tra poco più di dieci giorni.

Ma non è finita qui. Dopo Criscito, un altro giocatore della Nazionale e indagato nell'indagine sul calcioscommesse: è il difensore della Juventus Leonardo Bonucci, chiamato in causa dal suo ex compagno di squadra al Bari Andrea Masiello. L'iscrizione è stata fatta formalmente dalla procura di Cremona ma gli atti verranno girati quanto prima alla procura di Bari.
Sentito dai pm cremonesi lo scorso 15 marzo - scrive il Gip - Masiello ha raccontato che in occasione di Udinese-Bari del campionato 2009-10, il ristoratore Di Tullio (indagato a Bari, ndr), gli propose di manipolare l'incontro.

Anche il tecnico della Juventus, Antonio Conte, è tra gli indagati. E stamattina avrebbe ricevuto la visita degli inquirenti in cerca di prove nel suo appartamento a Torino. Conte è stato coinvolto nelle indagini dalle dichiarazioni dell'ex centrocampista del Siena, Filippo Carobbio, che ha riferito ai magistrati di essere certo che l'allenatore leccese fosse al corrente dell'accordo per favorire il pareggio tra Novara e Siena. Storia dello scorso anno, quando l'allenatore dei bianconeri sedeva sulla panchina dei toscani. Il capo d'imputazione è associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva.

Si pensava fosse una consuetudine di pochi, invece il caso si è allargato a macchia d'olio e ora sta minando le fondamenta del calcio italiano. Tutto cominciò poco meno di un anno fa, il 1° giugno del 2011, quando la Procura di Cremona decise l'arresto di Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, accusato di aver avuto un ruolo chiave in alcune partite truccate in serie B e Lega Pro. Già, pure di aver somminstrato dei calmanti ai compagni di squadra per "alleggerire" le loro prestazioni nel corso di una gara particolarmente importante. Roba da film giallo degli anni Ottanta.

Poi, la svolta, che fa intuire che il marcio era ben organizzato e strutturato e che, soprattutto, era molto più radicato di quanto ci si potesse aspettare (e sperare). Vengono arrestati a breve distanza l'uno dall'altro Beppe Signori, uno dei più forti attaccanti di sempre del calcio italiano, e Cristiano Doni, bandiera e capitano dell'Atalanta. Il rituale si ripete. Prima negano senza se e senza ma. Quindi ritrattano e in parte ammettono. Infine, le lacrime e la richiesta di perdono. Che però non viene accolta dai loro tifosi, che anzi prendono le distanze da quelli che fino a qualche giorno prima consideravano dei campioni senza tempo.

Il quadro si fa più chiaro e definito. Si mettono in relazione i bookmarkers asiatici con un gruppo di zingari che avrebbero fatto da tramite con i calciatori del campionato italiano. Il sistema è ormai chiaro: i giocatori compiacenti accettavano di "sistemare" gli incontri in cambio di denaro, tanto denaro, che veniva girato loro da criminali senza scrupoli al soldo della mafia internazionale, che a quanto pare faceva capo al boss singaporiano Tan Seet Eng, ritenuto il capo dell'organizzazione e già colpito da procedimento restrittivo nel dicembre scorso. Nessun imbarazzo o rimorso di coscienza. I calciatori intascavano il pattuito e provvedevano a fare del loro meglio per rispettare i patti della vigilia. In alcuni casi, con azioni al limite del ridicolo. Un caso su tutti, quello dell'autogol dell'ex difensore del Bari, Andrea Masiello.

Un arresto dopo l'altro. Nel giugno 2011 erano state fermate 16 persone, tra le quali i già citati Paoloni e Signori, ma pure Marco Micolucci e Vincenzo Sommese. Lo scorso dicembre erano finiti invece in manette altri 17 indagati, tra i quali Filippo Carobbio, Luigi Sartor e Carlo Gervasoni, un altro pentito chiave dell'inchiesta Last Bet. Oggi, l'ultimo capitolo, con l'arresto di personaggi illustri del calcio italiano, vedi Stefano Mauri e Omar Milanetto e le perquisizioni agli appartamenti di Domenico Criscito e Antonio Conte. Tante le partite al vaglio degli inquirenti, tanti i fatti e le circostanze ancora da chiarire.

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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:05 am

Nota del Dott. Giovanni Semeraro

05/04/2012

A tre giorni dalle notizie che hanno creato un vero e proprio terremoto nella società del Lecce e nella mia famiglia - che ha sconvolto i tifosi e la città intera - e dopo un esame attento delle dichiarazioni e degli estratti dei verbali riportati dalla stampa sulla presunta combine del derby dello scorso maggio, sento il bisogno di interrompere la gogna mediatica alla quale siamo stati esposti e che ha comportato un autentico massacro della nostra immagine.
L’U.S. Lecce è completamente estranea a tutto quello che è emerso dalle dichiarazioni - parte delle quali anche confuse e contraddittorie - dei protagonisti di questa vicenda, ed è sicuramente vittima di una ingiustificata presunzione di colpevolezza mediatica.
Il risultato del derby – fino a prova contraria - è stato conquistato sul campo, e se circostanze estranee avessero concorso a determinarlo, non sono certamente riconducibili alla nostra società.
Ritengo che il gruppo da me rappresentato goda di una credibilità personale e societaria - costruita in cinquant’anni di impegno e serietà in campo finanziario, imprenditoriale e sportivo - che sarebbe stato da folli mettere a repentaglio per una partita di calcio.
Ribadisco, ovviamente, che tutti noi siamo a completa disposizione della Magistratura Ordinaria e Sportiva per ogni possibile chiarimento, anche al fine di concorrere all’accertamento della verità.

Giovanni Semeraro.
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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:05 am

Comunicato di Pierandrea Semeraro

23/05/2012

"Dopo le indiscrezioni giornalistiche trapelate nei giorni scorsi in ordine alle presunte responsabilità dell'Unione Sportiva Lecce SpA nell'ambito del procedimento del c.d. “ calcioscommesse” pendente dinanzi alla Procura della Repubblica di Bari, apprendo ufficialmente di essere indagato per frode in competizioni sportive con riferimento alla partita Bari-Lecce dello scorso anno.
Premesso che nulla ho da rimproverarmi circa il regolare svolgimento della suddetta partita, ho dato incarico ai miei legali di assumere tutte le iniziative ritenute idonee a tutela della Società e della mia persona.
Per completezza, devo evidenziare che non ricopro cariche sociali nella U.S. Lecce da circa un anno."

Pierandrea Semeraro

http://www.tifosilecce.com/t815-nuovo-scandalo-calcio-scommesse-2011-truccate-diverse-partite-di-serie-a-di-serie-b-e-di-lega-pro-coinvolto-anche-il-lecce
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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:06 am

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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:06 am

Nota U.S. Lecce

29/05/2012

L’U.S. Lecce S.p.A. - tirata in ballo nella vicenda del c.d. “calcioscommesse” su cui sta indagando la Procura di Cremona (senza aver ricevuto alcun atto formale da parte delle Autorità procedenti, ma solo per citazioni nella conferenza stampa) -, nel ribadire la propria assoluta estraneità ai fatti, conferma la fiducia incondizionata nella Magistratura inquirente, sia ordinaria che sportiva, delle cui determinazioni resta in attesa.
Peraltro, dalla lettura dell'ordinanza di applicazione della misura cautelare (emessa nell'ambito del su detto procedimento) non emergono elementi di prova degni di nota a carico di tesserati della società - con riferimento alla partita incriminata Lecce-Lazio -, se non la dichiarazione de relato (quindi senza una conoscenza diretta dei fatti) di Gervasoni non suffragata da alcun riscontro probatorio, e che coinvolgerebbe solo due calciatori leccesi (di cui uno entrato in campo a partita iniziata per sostituire un compagno, mentre un altro calciatore, che pure si ritiene coinvolto, non ha proprio preso parte alla gara in quanto infortunato). Nella stessa ordinanza si parla della Lazio “quale logica favorita dell'incontro”. Per Brescia-Lecce non vi sono neanche quei pochi insignificanti elementi.
Come nessun elemento vi è a carico della dirigenza dell'US Lecce dell'epoca (pure citata nella conferenza stampa e da qualche organo di stampa), anche perchè non si comprende perché mai avrebbe dovuto prendere parte ad una combine per una gara che non aveva più alcun valore per il campionato della squadra.
Fino all’accertamento in via definitiva delle eventuali responsabilità di ciascuno (allo stato non è dato sapere neanche se i calciatori del Lecce siano iscritti nel registro degli indagati), resiste nel nostro ordinamento la presunzione di innocenza e il diritto di difesa da esercitarsi nelle opportune sedi e , pertanto, allo stato attuale appare ingiusta qualsiasi condanna mediatica.
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Messaggio Da leccezionale Sab Giu 02, 2012 11:06 am

Nota di Pierandrea Semeraro

01/06/2012

“Ancora una volta vengo sbattuto sulle prime pagine dei giornali (ed anche sulle locandine delle edicole, per la verità) per notizie che oltre ad essere state carpite da fascicoli che dovrebbero essere coperti dal segreto investigativo, sono completamente destituite di fondamento.
Ed infatti con riferimento alla partita Bari-Lecce dello scorso anno, Gianni Carella non ha mai dichiarato - come si evince dallo stesso verbale pubblicato da alcuni giornali (anche perché la cosa non si è mai verificata nella realtà) -, di avermi visto “in auto” con Carlo Quarta al momento della presunta consegna dell'assegno, per cui non mi spiego perché mai un quotidiano locale abbia riportato nel titolo un virgolettato (riferito al Carella) del seguente tenore “Era (Semeraro J, ndr) in auto con Quarta quando ci consegnò l'assegno a garanzia”.
La cosa più assurda è che il Carella, oltre ad aver dichiarato di non avermi mai conosciuto né di aver mai parlato con me, ha anche aggiunto che è possibile che fossi lì per caso (peraltro in un luogo da me frequentato quasi quotidianamente, in quanto ubicato nei pressi della mia abitazione), frase che stranamente viene taciuta da tutti gli organi di stampa.
Basta con questo stillicidio, da questo momento adirò le competenti Autorità giudiziarie per ogni notizia falsa o capziosa che getti discredito, ingiustamente, sulla mia persona.”

Pierandrea Semeraro
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